Amministrazione delle città sottomesse a Roma

Le città dominate dai Romani si suddividevano in città alleate, colonie, municipi e prefetture.

Città alleate (civitas foederata)

Era una città alleata ma nominalmente indipendente. Era obbligata a fornire forze militari all'esercito romano.

Colonie

Le colonie erano città in qualche modo derivate da Roma, essendo la colonia una parte del popolo romano mandata ad abitare una città, presa con le armi o costruita ex novo a tale scopo. La deduzione delle colonie era molto utile a Roma, in quanto serviva a sfollare la città da gente poco desiderabile, a premiare i militari benemeriti della patria e a stabilire sentinelle avanzate per difendere i confini del dominio romano. La colonia era ordinata come se fosse lo specchio di Roma in quanto aveva il Foro, il Campidoglio, la Curia e il Tempio; inoltre, l'ordinamento civile non era dissimile da quello di Roma, delle cui leggi si serviva. Le colonie erano civili, se stabilite pacificamente; militari, se dedotte con le armi; ma, tanto le une che le altri, potevano essere abitate anche da militari.
Anzi, molte volte vi si mandavano i veterani, perché finissero in pace i loro giorni. Più importante era la suddivisione delle colonie in romane, latine e italiche in quanto essere avevano diversità di diritti. I coloni romani erano cittadini di Roma; non così i coloni latini, ai quali peraltro Roma aveva rilasciato piena autonomia, il che comportava anche il diritto di battere moneta. Più misera era la condizione dei coloni italici, i quali avevano molti doveri militari e tributari, ma pochi diritti, ed erano esclusi dal voto e dalla magistratura. In seguito alla guerra sociale (90-83 a.C.), Roma concesse il diritto di cittadinanza a tutte le colonie.

Municipi

Prima che Roma estendesse il diritto di cittadinanza a tutti gli alleati, la differenza tra municipio e colonia era sostanziale, essendo il municipium, in linea di massima, una comunità sottomessa da Roma e la colonia, se di cittadini romani, una sorta di proiezione dell'Urbe. Tuttavia, con la concessione della cittadinanza a tutti gli alleati, questa distinzione perse di significato e, tra la fine della repubblica e l'inizio dell'impero, municipi e colonie, pur mantenendo la denominazione distinta, finirono per avere gli stessi ordinamenti amministrativi e soprattutto una stessa identica pratica di gestione della vita politica. Non è infatti raro che una stessa città viene chiamata colonia da un autore e municipio da un altro, come accade nel caso di Pompei che, pur essendo stata una colonia, viene citata da vari autori con l'aggettivo "municipale".
Il compito che a Roma era svolto dai consoli, nel municipio veniva svolto dai duoviri; essi possono essere assimilati ai presidenti di una amministrazione comunale. Ad essi era demandato anche il potere giudiziario ed è per tale motivo che nelle epigrafi sono designati con l'appellativo "iuri dicundo". Erano accompagnati dai littori coi bastoncelli, una sorta di guardie del corpo. Altri amministratori del municipio erano i Censori che svolgevano funzioni di censimento; gli Edili curavano le strade, i ponti, gli edifici etc.; i Questori erano preposti all'amministrazione finanziaria e alla riscossione dei tributi; il collegio degli Augustali provvedeva all'organizzazione degli spettacoli, all'abbellimento dei templi, al compimento di dediche in onore degli dei e dell'imperatore. I Decurioni erano i magistrati che governavano la città ed erano in numero variabile da 80 a 100. Erano assimilabili al consiglio municipale e l'edificio in cui si riunivano prendeva il nome di Curia. Nelle cose di maggiore importanza, i decurioni dovevano procedere con l'autorità del popolo; per tale motivo, in diverse iscrizioni si legge "ordo et populus" oppure "ordo populusque". Ai duoviri successero in seguito i quattuorviri: due di essi erano in realtà gli Edili e gli altri due avevano poteri giudiziari. Inoltre, la carica separata di Censore fu abolita e affidata ai due quattuorviri che avevano il potere giudiziario; siccome questi ultimi assumevano anche la censura ogni cinque anni, erano denominati quattuorviri quinquennales.

Prefetture

Erano dette prefetture quelle città che, per qualche offesa recata al popolo romano venivano private delle loro leggi e dei loro magistrati ed erano governate da un Prefetto inviato da Roma.

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