Trebula Balliensis - Seconda parte
Estensione dell'agro trebulano e viabilità
Il territorio di Trebula confinava con quelli di Capua, Cales, Teanum, Cubulteria e Caiatia. Esso aveva una estensione ragguardevole, a giudicare da Cicerone (Lege Agraria,2,66) il quale cita l'ager trebulanus tra i luoghi dove si potrebbero comprare terre da parte dello stato. Il fiume Volturno era senz'altro il confine meridionale del territorio di Trebula, ad ovest il confine seguiva Monte Grande che oggi forma il confine tra le diocesi di Calvi e Caiazzo; a nord, Monte Maggiore segnava il confine col territorio di Teanum; a nord-est, il confine col territorio di Cubulteria era con tutta probabilità rappresentato dalla valle di Maiorano di Monte; il confine proseguiva quindi verso il Volturno, attraverso il territorio di Castel di Sasso. In conclusione, l'ager trebulanus può essere assimilato approssimativamente ai quattro comuni limitrofi di Pontelatone, Castel di Sasso, Liberi e Formicola. L'unico dubbio rimane a proposito della fascia più orientale del comune di Castel di Sasso. Qui, infatti, il Faraone ritrovò una iscrizione che andrebbe attribuita al territorio di Caiatia, per la menzione della tribù Falerna, propria dei cittadini di Caiatia. I cittadini di Trebula erano invece iscritti alla tribù Pupinia. Il territorio trebulano era collegato a quelli limitrofi da bracci della via Latina. L'antica via Latina corrisponde all'attuale Casilina che congiunge Roma con Capua. Il braccio della via Latina principale era quello proveniente da Capua. Dopo aver attraversato la piana di Greci, a Santa Maria a Pietro la strada si biforcava in due rami: il primo, costeggiando a oriente il Monte Nizzola e Valle dei Morti, conduceva a Prea; il secondo, costeggiando ad occidente il suddetto monte, conduceva a Corte Rosa, Casalicchio e infine a Trebula (Foto A,B,C).
Economia della città
L'attività economica dell'agro trebulano era incentrata fondamentalmente sull'agricoltura e la pastorizia. Celeberrimi il formaggio conciato citato da Marziale (Epigrammi,XIII,30) e il vino Trebulanum citato da Plinio (Naturalis Historia,14,69), giunto a Roma al tempo di Nerone. E' da prendere in considerazione anche la produzione di ceramica, come testimoniano i ritrovamenti di una fornace tardo-arcaica alle pendici del monte Castello di Treglia e di un complesso artigianale di epoca romana in località Ceravarecce a Pontelatone. Il fiume Volturno sicuramente favoriva il transito delle merci dall'agro trebulano ad una delle città costiere; da qui, poi, le merci erano pronte a far rotta verso i mercati del Mediterraneo.
Gli scavi del 2007
Nel 2007 è stata effettuata una campagna di scavi biennali con fondi europei, nel quadro del P.I.T. regionale Direttrice Monti Trebulani-Matese sotto l'egida della Soprintendenza Archeologica, che ha messo in luce in eccezionale stato di conservazione la più grande porta megalitica d'Europa ed una monumentale tomba a camera. L'imponente cinta muraria e la maestosità della porta megalitica ha fatto meritare a Trebula l'appellativo di "Pompei dei Sanniti". Di seguito un elenco di canali youtube di riferimento ai suddetti scavi: